1. Campania e Legge di emersione dei rapporti di lavoro. Alcune proposte per “salvare” una misura necessaria
La procedura di regolarizzazione per tanti fratelli e sorelle che vivono e lavorano nel nostro Paese, con il sostegno di associazioni ed esperienze della società civile e del mondo cattolico è partita nel maggio del 2020. Il dispositivo legislativo consente di rimettere al centro la dignità della persona e il valore del lavoro nonché di combattere la criminalità e le altre forme di sfruttamento ed abuso. La Campania è collocata, dai dati del Ministero dell’Interno, al primo posto tra le Regioni italiane per la richiesta di regolarizzazione dei lavoratori subordinati (6.973), ed al secondo posto dopo la Lombardia per quella dei collaboratori domestici (26.151)[1].
Senza questo necessario riconoscimento, le persone coinvolte non potranno iscrivere la propria presenza in Comune, né avere un regolare rapporto di lavoro e l’assistenza sanitaria in grado di assicurare il loro ruolo nelle famiglie italiane, non potranno accedere, in questo periodo in cui la salute di tutti passa per la cura di tutti, al vaccino. Si tratta di persone con le quali condividiamo quotidianamente la vita lavorativa, la vita sociale, la vita familiare, la vita di fede, delle quali conosciamo il volto, la storia, l’impegno e la volontà di vivere e lavorare nel nostro Paese con un documento che consenta quei diritti necessari, facendoli riemergere dall’invisibilità che li espone all’indecoroso traffico del commercio umano e dello sfruttamento di ogni tipo.
Le Istituzioni certamente si stanno adoperando per l’attuazione della Legge. Tuttavia in Campania su un totale di 33.124 domande presentate, ci sono state solo 148 convocazioni. Numero esiguo rispetto alla mole di lavoro. La pandemia da Covid-19 impone regole di distanziamento, spazi idonei, e molto personale. Come Pastori non ignoriamo le molteplici problematiche cui è esposta la nostra Regione, e sappiamo che nella logica del “tutto è connesso” esistono conseguenze e risvolti in ordine alla legalità del lavoro, alla sicurezza sociale, al rispetto dei diritti di ogni lavoratore, alla salvaguardia dei beni ambientali. Pertanto siamo preoccupati per le conseguenze prodotte da questo ritardo. Vogliamo offrire con le nostre Comunità un contributo significativo all’accelerazione della tempistica di valutazione, verifica e definizione delle richieste in un’ottica di sostegno a uomini e donne, lavoratori, lavoratrici e datori di lavoro che attendono tale regolarizzazione:
- Possiamo, se necessario, mettere a disposizione strutture idonee, al fine di incrementare il personale impegnato in tale procedura negli spazi e secondo le regole di distanziamento previsti dalla normativa;
- Offriamo la disponibilità di volontari facilitatori per la collaborazione alla logistica e alle attività propedeutiche e di cooperazione per la gestione degli accessi e di quanto occorre.
- Vorremmo agevolare le procedure online e telematiche che possono abbreviare interminabili attese.
Ci sta a cuore tutto ciò che è necessario o almeno utile per sostenere lo sforzo e l’impegno delle Istituzioni nell’incrementare la definizione, che auspichiamo positiva, del maggior numero di domande presentate e nel più breve tempo possibile.
2. Vaccinazione alla fascia STP (stranieri temporaneamente presenti) e persone detenute.
Alle ASL e alla Regione esprimiamo la nostra disponibilità nel collaborare ad un piano di vaccinazione generalizzato che includa anche gli stranieri temporaneamente presenti (impropriamente definiti irregolari). I nostri spazi e il servizio delle Caritas diocesane e degli uffici diocesani Migrantes possono dare il proprio supporto, con la prassi che già si pratica.
Una particolare attenzione deve essere riservata alle persone in stato di detenzione. Sappiamo che la pandemia ha evidenziato problemi endemici e ne ha generati ulteriori: la diminuzione drastica delle visite, dei permessi, flessione delle relazioni con il mondo del volontariato, della cultura, della formazione, annullamento delle possibilità per l’inserimento lavorativo. La diffusione del contagio ha colpito drammaticamente gli operatori del settore. La campagna di vaccinazioni in Campania, terza regione per numero di detenuti, stenta a prendere l’avvio.
Con spirito di collaborazione, consapevoli delle indicazioni di Papa Francesco, vogliamo contribuire a generare la cultura di “Fratelli tutti” attraverso la «fraternità» e la «solidarietà» ed essere parte attiva nell’accompagnare le Istituzioni in questo cammino di riconoscimento della dignità e dei diritti di tante persone.
Pompei, 19 aprile 2021
I Vescovi della Campania
1. Comunicato Caritas Migrantes
2. Lettera Ministro Giustizia 20 aprile 2021