Presentato questa mattina presso l’Aula Magna del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli ad Aversa, il Dossier Regionale sulle povertà 2023, a cura di Caritas Campania.
Ecco il testo completo:
Dossier regionale sulle povertà 2023 – Caritas Campania
Abstract Dossier regionale sulle povertà 2023
a cura della Delegazione Regionale Caritas Campania
Il Dossier regionale sulle povertà, realizzato annualmente da circa un ventennio dalla Delegazione Regionale Caritas, non si pone l’obiettivo di mostrare statistiche o numeri, ma piuttosto vuole far emergere il volto e le storie delle persone che si rivolgono quotidianamente alle Caritas della Campania in cerca di aiuto. Per leggere in maniera esaustiva i dati provenienti dalla Rete dei Centri di Ascolto (CdA) Caritas occorre incrociarli con quelli socio-economici elaborati dalle statistiche ufficiali, affinché si possa rappresentare il contesto nel quale vivono coloro che si rivolgono alla Caritas, nonché per delineare l’ambito di intervento degli operatori e dei volontari che si prodigano per aiutarli. I dati presentati in questo dossier sono quelli emersi dall’ascolto delle persone in difficoltà che si sono recate nelle Caritas della Campania nel 2022, comparati con quelli degli anni precedenti, al fine di evidenziare l’evoluzione dei diversi fenomeni sociali nel tempo. Vi è inoltre un riferimento numerico ai dati dei primi sei mesi del 2023, per comprendere l’evoluzione delle presenze rispetto a quest’ultimo anno.
Dall’analisi del contesto emerge che la Campania non è una realtà omogenea, ma piuttosto presenta significative differenze geografiche e sociali. Tra queste emerge il particolare fenomeno delle aree interne a cui è dedicato un notevole approfondimento all’interno del presente dossier. Si tratta di aree geografiche significativamente distanti dai grandi centri di agglomerazione e di servizio, con traiettorie di sviluppo instabili e problemi demografici. Questa non è solo una caratteristica della Campania, ma nella nostra regione le differenze tra le aree costiere e quelle interne tendono ancor più a polarizzarsi.
La popolazione della Campania al 1° gennaio 2023 è pari a 5.592.175 abitanti (fonte Istat). Dal 2012 quando gli abitanti erano 5.827.593 ad oggi, la popolazione è costantemente diminuita, con un decremento del 4,21%. Anche nei primi 6 mesi del 2023 si conferma questo trend e per gli anni a venire le previsioni sono anche peggiori. Il fenomeno del “calo demografico” riguarda tutte le regioni italiane, ma sembra incidere maggiormente a svantaggio della Campania e del Sud in generale, perché al calo della natalità si affianca il fenomeno delle migrazioni interne e all’estero che contribuiscono congiuntamente a modificare in negativo il panorama demografico. Per tutte le province campane il tasso interno è negativo e tra il 2021 ed il 2022 è significativamente peggiorato ovunque. Questo dato è indicativo quindi del trasferimento di numerose persone dalla Campania verso altre regioni italiane, senza un’adeguata compensazione delle partenze per il trasferimento dall’estero verso la Campania. I dati dimostrano che dal 2002 al 2020 quasi 2 milioni e 500 mila persone hanno lasciato il Mezzogiorno, trattandosi per oltre la metà di giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, e per un quinto di laureati. Tra il 2001 e il 2021 la quota di emigrati meridionali con elevate competenze (in possesso di laurea o titolo di studio superiore) si è più che triplicata, da circa il 9% a oltre il 34%. Nel 2021 su 100 emigrati dal Mezzogiorno oltre 34 possedevano la laurea, 30 almeno un diploma di scuola secondaria inferiore e 36 un diploma di scuola secondaria superiore.
In Campania la popolazione straniera residente al 1° gennaio 2023 è pari a 241.008 persone (dati Istat) e rappresenta a livello regionale il 4,3% della popolazione. Negli ultimi anni vi è stata una progressiva diminuzione delle presenze ufficiali, questo a dimostrazione della scarsa attrattiva della regione rispetto a progetti migratori stabili. Solo nell’ultimo anno vi è stato un leggero incremento delle presenze, che però va contestualizzato rispetto al fenomeno dell’accoglienza di persone fuggite dalla guerra in Ucraina.
Nel 2022 le persone transitate nei Centri di Ascolto in rete sono state 11.099. Nella maggioranza dei casi sono stati coinvolti interi nuclei familiari, pertanto nel complesso hanno ricevuto aiuto direttamente o indirettamente circa 33.000 persone. Rispetto all’anno precedente quando le famiglie erano 8.666, vi è stato un deciso incremento di presenze, ma queste dipendono dall’affluenza dei cittadini ucraini, non dall’aumento di situazioni di povertà. Al contrario emerge un incremento dal primo semestre 2022 al primo semestre 2023 del 32,6% delle persone che si sono rivolte ai CdA. A riguardo occorre sottolineare che rispetto alle altre regioni italiane, la Campania evidenzia l’incremento maggiore mentre il dato nazionale è pressoché stabile. I dati attualmente in nostro possesso non sono ancora in grado di spiegare il fenomeno, anche se è possibile fare delle ipotesi plausibili. Innanzitutto, dagli ascolti effettuati è emersa la segnalazione di difficoltà economiche dovute all’aumento del costo della vita in linea con il 2022, quando era emerso che la povertà economica era principalmente legata ad un reddito insufficiente rispetto alle normali esigenze familiari. In questi primi mesi del 2023 la tendenza sembra confermarsi fortemente. Il dato relativo al numero di nuclei percettori di Reddito di cittadinanza tra il 2022 ed il 2023, diminuito decisamente negli ultimi mesi, potrebbe però anch’esso spiegare in maniera esaustiva questo incremento. Da febbraio 2023 la diminuzione di nuclei percettori e persone coinvolte è significativa, anche se si rammenta che non può essere imputata alla riforma,
giacché nei primi 7 mesi non erano previste modifiche a livello legislativo rispetto al passato. Ancor di più quindi, a seguito della riforma del Reddito di cittadinanza e della conseguente diminuzione dei beneficiari, è possibile che il numero di persone in condizione di disagio possa aumentare e di conseguenza crescere il numero di richieste di aiuto alla Caritas nei prossimi mesi. Si rimarca, infatti, che dal mese di agosto 2023 si registrano gli effetti dell’applicazione del limite di fruizione delle sette mensilità per i percettori di RdC, ad eccezione dei nuclei in cui siano presenti minori, persone con disabilità o persone con almeno 60 anni di età oppure nuclei per i quali sia stata comunicata la presa in carico dai servizi sociali. Complessivamente in Campania i nuclei che ad agosto 2023 non hanno usufruito della misura rispetto al mese precedente sono 36.950, mentre in Italia sono 154.765. Si tratta quindi del 23,9% del dato nazionale. A livello di numero di persone coinvolte a luglio 2023 in Campania i beneficiari erano pari a 568.119 persone, mentre ad agosto sono calati a 506.475, con una differenza di 61.644 persone.
I dati ufficiali relativi alla povertà giustificano l’elevato numero di percettori di RdC/PdC in Campania. Dal Report annuale Eurostat sulle condizioni di vita in Europa emerge che la Campania e la Calabria sono tra le rime quattro regioni in Europa con una quota più alta di persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Nel 2022, in Campania si registrava il secondo dato più alto in Europa – dopo il Sud-Est della Romania – con il 46,2%, contro una media europea del 21,6%.
Dalle statistiche dell’Istat sulla povertà per l’anno 2022 emerge che sono poco più di 2,18 milioni le famiglie in povertà assoluta, per un totale di oltre 5,6 milioni di individui. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,7%, da 10,1% del 2021), con un picco nel Sud (11,2%), seguita dal Nord-est (7,9%) e Nord-ovest (7,2%); il Centro conferma i valori più bassi dell’incidenza (6,4%). Tra le famiglie povere il 41,4% risiede nel Mezzogiorno (41,7% nel 2021) e il 42,9% al Nord (42,6% nel 2021).
L’incidenza della povertà relativa cresce in relazione all’aumentare del numero dei componenti della famiglia; nel 2022 per quelle monocomponenti si attesta al 4,9%, fino ad arrivare al 35% per le famiglie più numerose (di 5 componenti e oltre). Su scala regionale Calabria (31,6%), Campania (22,1%) e Puglia (21%) sono le regioni che registrano valori più elevati, mentre Trentino-Alto Adige (con un’incidenza del 3,8%) e Lazio (5,5%) presentano i valori più bassi. La Campania vede comunque l’incidenza della povertà relativa diminuire, pur se di poco, giacché si passa dal 23,4% del 2021 al 22,1% del 2022, a dimostrazione che le misure di assistenze messe in campo dallo Stato hanno contribuito a contenere la crescita della povertà. Quanto sta emergendo quindi nel 2023 preoccupa molto, perché questo contenimento sembra non esserci più in maniera adeguata.
Tanta povertà si innesta in una situazione lavorativa assolutamente precaria. Dal 2020 al 2022 vi è stata una crescita del tasso di occupazione in tutte le aree geografiche del Paese (Italia 60,1%), ma le differenze di base restano. La Campania con il 43,4% presenta valori ancor più bassi rispetto alla media del Mezzogiorno, con un’incidenza inferiore del 3,3%. Campania, Calabria e Sicilia raffigurano un mercato del lavoro con enormi difficoltà ed estremamente lontano dall’andamento del resto della nazione. Il tasso di occupazione esaminato in base al genere dimostra una palese disparità tra maschi e femmine in ogni area geografica del Paese, e ancora una volta la situazione peggiore si riscontra nel Mezzogiorno. Se ci si confronta con il dato europeo in cui il tasso di occupazione maschile nell’UE si attesta all’80,0% nel 2022, e quello femminile è del 69,3%, con un conseguente divario occupazionale di genere di 10,7 punti percentuali, la situazione italiana di per sé appare molto critica. In Italia il tasso di occupazione maschile è pari al 69,2% mentre quello femminile è al 51,1% con una differenza di 18,1 punti. Ancora una volta la situazione diviene peggiore se il dato viene riferito alla sola Campania, dove il tasso di occupazione maschile è al 56,5%, mentre quello femminile al 30,6%, con una differenza di genere pari a 25,9 punti percentuali.
Gli interventi realizzati dalle Caritas della Campania sono molteplici, in media ogni persona effettua poco più di un’unica richiesta, mentre gli interventi realizzati sono circa due, questo accade perché solitamente la persona che si reca nel CdA presenta una singola tipologia di richiesta, ma l’operatore dinanzi alla multiproblematicità della situazione stabilisce di mettere in campo più di un intervento.
Anche quest’anno il dossier presenta l’impegno specifico di alcune diocesi della Campania quali Acerra, Amalfi-Cava de’ Tirreni, Aversa, Avellino e Napoli. Si proseguirà ancora nei prossimi anni con il racconto di tutte le altre realtà diocesane. Lo scopo è mostrare anche il livello territoriale della povertà in Campania, illustrando i contesti ed i bisogni locali ed evidenziando le risposte che sono state messe in atto per rispondere alle tante situazioni di povertà e di disagio che bussano ogni giorno alle porte delle Caritas della regione.
Rispetto all’ambito immigrazione è stato dedicato un capitolo intero all’accoglienza delle famiglie ucraine, non solo per dimostrare il grande cuore delle persone della nostra regione ma anche per mostrare un modello positivo di accoglienza. Il progetto A.P.R.I. ucraina ha dimostrato che può essere utilizzato un approccio diverso all’accoglienza di tutte le persone straniere, indipendentemente dalla nazione di provenienza.
Quando l’approccio all’immigrazione è inclusivo i risultati positivi emergono e si evidenzia il volto accogliente della Chiesa italiana.
Un piccolo zoom è stato acceso anche sul Servizio Civile in Campania. Il Servizio Civile è la possibilità messa a disposizione dei giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico. Questo garantisce ai giovani una forte valenza educativa e formativa, una opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, un prezioso strumento per aiutare le fasce più deboli della società contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese. Quest’anno 15 diocesi campane (su 16 partecipanti), hanno potuto partecipare al Bando Nazionale SCU pubblicato nel dicembre 2022, per 130 posti complessivi.
Profilo principale delle persone in difficoltà che si recano nei Centri di Ascolto, bisogni, richieste e interventi
Cittadinanza: italiana 61,5%
Genere: donna 64,0%
Età media: 47,6 anni
Classe d’età: tra i 45 ed i 54 anni 22.2%
Con chi vive: in nucleo con propri familiari o parenti 62,8%
Stato civile: coniugato/a 47,1%
Situazione occupazionale: disoccupato 45,3%
Istruzione: licenza media inferiore 39,8%
Principali bisogni emersi: Bisogni in migrazione (25,5%); Povertà economica (23,4%); Problemi di occupazione (16,3%); Problematiche abitative (11,5%); Problemi familiari (7,9%); Problemi di salute (5,9%)
Principali richieste ricevute: Beni e servizi materiali (59,0%); Sanità (20,3%); Alloggio (16,5%);
Consulenza/tutela dei diritti (8,3%); Ascolto approfondito (8,1%); Orientamento (4,1%)
Principali interventi realizzati: Beni e servizi materiali (76,9%); Ascolto approfondito (54,5%); Sanità (17,5%); Alloggio (15,4%); consulenza/tutela dei diritti (9,4%); Orientamento (5,7%); Scuola/istruzione/formazione (5,2%); Coinvolgimenti (3,1%)