Una giornata di gioia, per imparare a servire nella gioia, è quella vissuta, lo scorso 4 novembre, dalle Consulte diocesane di Pastorale giovanile campane, ritrovatesi a Nola per l’annuale Meeting dedicato alla Pastorale giovanile.
Un momento di forte spiritualità grazie al luogo che ha accolto i membri delle diverse equipe diocesane – il complesso paleocristiano delle Basiliche di Cimitile – e agli spunti di riflessione offerti dai relatori.
Il vescovo di Pozzuoli e di Ischia, monsignor Carlo Villano, delegato della Conferenza episcopale Campana (Cec) per la Pastorale giovanile, ha tenuto una relazione sul tema “Dalle origini della fede alla Gmg: servire con i giovani nella gioia”, ispirato al versetto 2 del Salmo 100, da cui è tratto lo slogan dell’incontro regionale: “Servite il Signore nella gioia”.
Il nuovo incaricato del Servizio nazionale di Pastorale giovanile, don Riccardo Pincerato, ha invece lasciato tre suggerimenti per servire il Signore nella gioia: curare il rapporto personale col Signore, promuovere il ruolo della comunità cristiana, creare una rete di alleanze educative con il territorio.
Sintesi dell’intervento di Mons. Carlo VillanoSintesi dell’intervento di don Riccardo Picerato
CONTENUTI del Workshop Scuola e Università
Pastorale Universitaria diocesi di Napoli
Oggi viviamo in una realtà definibile gassosa e non più liquida come la definiva il sociologo e filosofo Bauman, è stato coniato questo nuovo termine gassoso perché è una realtà a tempo indeterminato non per chi la fa, ovviamente anche quello, però il tempo è più prolungato e per lo studente ci si augura che sia un tempo determinato sennò significa che non si esce dalle università e non ci si laurea e non si inizierà a lavorare.
Questa è una prima cosa da tenere presente quando si parla di un pastorale universitaria ed è fondamentale perché è sempre un cominciare, ogni anno è come se fosse il primo perché abbiamo studenti che si laureano e quindi escono dagli ambienti universitari e studenti che entrano per la prima volta in questi ambienti.
Nella fattispecie attualmente nella diocesi di Napoli stiamo riorganizzandoci nel post covid e per iniziare abbiamo scelto due parole: accompagnamento ed accoglienza.
Infatti, nel cuore dell’università abbiamo individuato una parrocchia che ci ha messo a disposizione una casetta che sarà adibita ad aula studio e di lì si vuol far ripartire la pastorale universitaria della diocesi di Napoli.
Con quali prospettive? Innanzitutto, della rete.
Un’altra caratteristica della pastorale universitaria è fare rete, quindi la sinodalità che oggi si invoca, ed è proprio nel DNA della pastorale universitaria.
È necessario fare rete per potersi interfacciare con le altre realtà presenti a partire dagli altri ambiti della pastorale, giovanile, familiare, politica e vocazionale fino ad arrivare ai movimenti che hanno una loro presenza nelle università. La pastorale universitaria deve inseguire tutto ciò. È un mondo molto ampio, frammentato, ma allo stesso tempo ricco di luci
Come progetti posso raccontarvi ciò che è stato fatto perché attualmente la pastorale universitaria di Napoli è in fase di riorganizzazione.
Un progetto che ha visto il finanziamento di borse di studio a degli studenti universitari che li hanno accompagnati durante tutto il periodo dello studio, quindi quinquennale.
L’esperienza che si può fare anche in pastorale giovanile regionale un’esperienza in montagna in estate in fatti in specie sulle Dolomiti, tale esperienza è sempre stata un’esperienza che oltre che aggregante è sempre stata uno start per ogni anno perché ha permesso a questo gruppo poi di organizzare tutto l’anno pastorale a partire da quello che era l’indicazione della diocesi.
Altro punto importante della pastorale universitaria sono i docenti perché mentre gli studenti terminano il loro percorso di studi il docente presumibilmente è a lungo termine; quindi, lavorare con il docente permette di avere sempre questo bacino di utenza che sono gli studenti che man mano si rinnovano. È necessario coltivare le relazioni di amicizia soprattutto con i docenti perché permette di fare tanti progetti.
Altri Progetti che siamo riusciti a fare possono essere i vari convegni che si possono fare in università.
Una cosa importante che bisogna non dimenticare mai è che l’università e la scuola non ti permetteranno mai di fare pastorale allora è necessario che ci sia sempre il carattere scientifico, il convegno e il progetto devono avere sempre una dimensione scientifica.
Uno progetto che sta per partire è quello di cercare di fare una “indagine sociologica” con gli studenti universitari, perché su questo target sembra che non ce ne siano almeno nel meridione e quindi si potrebbe iniziare questo progetto anche con le altre pastorali della regione, collaborare tutti insieme per comprendere, in che modo intercettare il mondo giovanile dell’università e i suoi bisogni.
In passato, un progetto che possiamo vantare, seguito da Don Massimo decano del quinto decanato Vomero-Arenella-Rione Alto, vide la scuola e pastorale universitaria uniti in un progetto con la collaborazione di docenti universitari e professionisti con tema centrale: l’educazione al web. Grazie a tale progetto in quel territorio in quell’anno c’è stato un ritorno di tanti giovani nelle parrocchie perché hanno avuto questa visita.
Fare pastorale universitaria è un’esperienza faticosa, frammentata dove si ricomincia sempre da capo, ma allo stesso tempo tanto entusiasmante perché ti ritorna tanto.
Consulta della Pastorale Universitaria e Cultura diocesi di Aversa
Don Angelo Cirillo
La consulta della Pastorale Universitaria e Cultura della diocesi di Aversa rappresenta un unicum ed agisce come un vero e proprio ufficio. Con la consulta c’è una maggiore collegialità ed una presenza molto decisa del laicato, un direttore e poi un’equipe. Siamo presenti da sei anni circa nella diocesi di Aversa.
Un elemento fondamentale per la pastorale universitaria è l’aspetto dell’educazione; infatti, a livello nazionale il settore si chiama educazione scuola e università. Allora l’elemento dell’educazione e della formazione di chi ci sta accanto e di chi è venuto prima di noi e chi verrà dopo di noi è l’elemento fondamentale in un processo non soltanto teorico, ma anche pratico.
Noi partimmo tanti anni fa con un progetto di pastorale universitaria ispirato al Salmo “Una generazione narra all’altra “e questo è stato il leitmotiv di questi anni: come i laici potessero captare altri laici.
Quando il ragazzo si iscrive all’università conosce i suoi colleghi dell’ultimo anno di liceo e in questi momenti individuare un ragazzo che possa avere un profilo di pastorale universitaria, che ricordiamo differisce con un profilo di pastorale giovanile.
La pastorale universitaria e la pastorale giovanile sono due mondi che vivono insieme, ma uno dei due abbraccia il ragazzo solo per un tempo ben determinato che corrisponde alla durata degli anni universitari. Momento nel quale si condensano una serie di impegni partendo dall’impegno della formazione personale e proiettati verso una vita diocesana.
Un aspetto molto importante è riuscire a trasmettere in poco tempo a una generazione come portare questo in chi verrà dopo di noi.
Un altro elemento da tener ancora presente sono i professori che restano, mentre gli universitari vanno via e lo stesso discorso con i sacerdoti, il clero diocesano e i componenti della consulta di pastorale universitaria che si rinnovano.
Un ultimo elemento da tener presente e vi portiamo dalla nostra esperienza è che nel mondo laico c’è una forte resistenza. Nel nostro singolo c’è scritto consulta della pastorale universitaria e cultura, durante un momento di aperitivo con dei ragazzi quest’ultimi hanno in maniera elegante eliminato dalla nostra nomenclatura la parola “pastorale” questo perché c’è una forte resistenza verso un’appartenenza ecclesiale, soprattutto per chi come noi prima dell’università non ha mai vissuto esperienze di appartenenze.
Quello che vi invitiamo a fare è esperienza, che poi è molto semplice per l’università perché i temi già ci sono dati dalle scelte del percorso universitario dei ragazzi, ad esempio se si sono iscritti economia facciamo l’economia di Papa Francesco, mentre se hanno scelto giurisprudenza facciamo la giustizia e pace, con la collaborazione degli altri uffici che devono aiutarci a crescere.
Pastorale Scolastica diocesi di Piano Calvi
Raffaele Farina
La diocesi di Piano Calvi condivide un’iniziativa che nasce nella pastorale scolastica.
Noi viviamo di solito la pastorale sempre con un po’ di presunzione pensando che siamo noi a dover dare qualche cosa, in realtà abbiamo una grande difficoltà a metterci in ascolto dei giovani per capire le loro necessità e le domande che loro riservano per noi.
Il nostro progetto nasce da una risposta.
Innanzitutto, per poter entrare in ambienti scolastici è necessario farlo in maniera indiretta e quindi cercare una tematica declinata in un’accezione scientifica che possa connetterci.
Il progetto della diocesi di Piano Calvi nasce quando una docente mi invitò nella scuola, per una conoscenza personale ed avendo studiato psicologia, per parlare delle emozioni la prima volta e poi una seconda volta per intavolare la tematica dell’aggressività e della paura, questi sono stati due filoni che mi hanno poi permesso di parlare della accettazione.
Da questo racconto nasce questa piccola esperienza di un progetto che stiamo per avviare che riguarda le classi quarte le classi quinte delle superiori finalizzato a lavorare sull’orientamento. Con le classi quarte il progetto ha trattato tematiche abbastanza ampie di fraternità e di tutta la dinamica dell’incontro con l’altro legandosi quindi all’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco ed ha riguardato anche le tematiche dell’ecologia legandosi all’esortazione “Laudate deum” di Papa Francesco.
Poi da qui fare in modo che si crei un dialogo con i ragazzi affinché siano loro a tirare fuori delle domande perché è quello il lago in cui possiamo pescare.
Dove e è possibile e dove c’è una sensibilità l’idea sarebbe quella di avanzare anche dei centri d’ascolto servendoci di strumenti e risorse adeguate, in modo che i giovani che abbiano sentito una risonanza alla provocazione lanciata in quell’ora possano approfondire un discorso fuori.
In ogni modo tutto credo che tutto ciò svolto nell’ambito scolastico possa generare rete e possa generare anche una curiosità nei riguardi della chiesa, una chiesa che si pone in ascolto, che genera domande, che accompagna e non da soluzioni, una chiesa che abbia dei processi e dei cammini.
È un progetto che si è pensato di fare iniziare verso novembre per concludersi a maggio con un’esperienza comunitaria che possa svolgersi al di fuori dell’ambiente scolastico.
Per entrare nelle scuole è necessario che si parla di temi attuali, che toccano i giovani, parlando delle emozioni, delle passioni della paura della aggressività parlando dei temi di oggi, penso anche alla guerra. Dei temi che magari ci permettono all’ingresso, poi solamente noi sappiamo che la finalità magari è il Signore.
Pastorale Scolastica diocesi di Benevento
Don Antonio Malfi
La pastorale scolastica di Benevento ha scelto di provare ad entrare nel mondo della scuola attraverso un progetto fattibile che ci desse la possibilità di essere presente.
Questo progetto è un progetto che la stessa istituzione scolastica propone ai ragazzi perché in realtà diventa il modo per poter sviluppare competenze trasversali e tutto questo avviene in quello che è praticamente l’orientamento in itinere. Ecco perché il nome del progetto è PCTO – percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, quello che un tempo in realtà si chiamava alternanza scuola lavoro, oggi è stato compreso come in realtà non poteva essere fine al lavoro stesso, ma in realtà doveva mirare più che altro quella che era la possibilità di far nascere nel ragazzo la consapevolezza di dover acquisire delle competenze da spendere sia in campo lavorativo che in campo universitario.
Entriamo in questo attraverso la formulazione di un progetto vero e proprio che ovviamente non può avere temi propri di pastorale, ma il tema deve essere un tema scientifico e che interessi lo sviluppo delle competenze dei ragazzi, noi nella fattispecie abbiamo scelto di partire dall’agenda 2030 e in modo particolare scegliere un argomento tra i 17 gol, noi ci siamo rifatti al quarto: scuola di qualità\un’istruzione di qualità.
Il PCTO ci dà la possibilità di avere per tanto tempo una relazione con i ragazzi, perché il progetto prevede 90 ore, in modo particolare si accompagnano i ragazzi dal terzo liceo fin dal quinto e questo significa darci davvero la possibilità di sviluppare la dinamica di accompagnamento con i ragazzi. Questo ci ha permesso ovviamente di inserisci in quella dinamica relazionale che è proprio più vicina a noi ed in modo particolare si divide in due moduli:
il primo è praticamente lo sviluppo e la fissazione del messaggio di base, quindi le nozioni relazionali di base; il secondo modulo ha invece a che fare con i laboratori che sono visti in direzioni dello sviluppo delle soft skills.
Il progetto si sviluppa attraverso figure competenti come counselor, psicologi, psicoterapeutici e soprattutto attraverso i ragazzi che creano e che diventano facilitatori dei vari gruppi dei ragazzi per dare il là allo sviluppo della relazione e per far sì che sia facilitata anche la dinamica di una relazione con i sacerdoti, perché spesso ci si rende conto che, come realtà, è distante dalla figura del sacerdote ed attraverso tali canali ricreare un’empatia e avvicinamento.
Tutto ha a che fare con questi temi: senso di legalità, etica della responsabilità.
Tutto ciò offre a noi la possibilità di far nascere quest’accompagnamento che poi vediamo ritornare dal punto di vista territoriale diocesano ed anche dal punto di vista dell’inserimento nelle parrocchie.
L’altro ramo è sempre offerto dal ministero dell’istruzione “scuola viva”, c’è la possibilità di partecipare ad un progetto, in modo particolare noi abbiamo presentato due progetti:
Il primo è la creatività attraverso il linguaggio, in particolare, attraverso la musica;
l’altro è l’acquisizione e il confronto, quanto meno con i diritti base della Costituzione attraverso il linguaggio dell’arte. Anche questo progetto prevede per ogni singolo progetto dalle 32 alle 42 ore annuali e quindi anche qui si ha la possibilità di creare un certo tipo di relazione sostanziosa spesa nelle nostre comunità.
ELEMENTI CHIAVE EMERSI DALLA CONDIVSIONE:
È necessario entrare nelle dinamiche scolastiche ed universitarie perché diventano i luoghi in cui possiamo svolgere pienamente il nostro servizio di pastorale giovanile entrando in contatto con tutti le realtà giovanili che vivono i nostri territori.
Come possiamo entrare in ambienti scolastici e universitari:
- Attraverso gli strumenti offerti dallo stesso Ministro dell’Istruzione, quali ad esempio i PCTO ed il progetto “Scuola Viva”, nel caso specifico degli ambiti scolastici.
- Come ospiti esterni durante le ore di religione previsti nel calendario didattico.
- Organizzando convegni negli ambienti universitari.
- Organizzando aule studio o luoghi in cui potersi incontrare.
- Progetti che prevedono l’erogazione di finanziamenti di borse di studio per i ragazzi.
- Proporre ai ragazzi momenti fortemente esperienziali.
Quale deve essere l’atteggiamento della Pastorale Giovanile in tali ambiti:
- Proporre argomenti che abbiano un carattere scientifico e che siano particolarmente sentiti dai ragazzi.
- Porsi in ascolto attivo dei ragazzi e quindi farli sentire accolti.
- Diventare accompagnatore dei ragazzi durante il loro percorso di vita come studente.
- Prestare attenzione ai bisogni e agli interrogativi dei ragazzi.
- Fare rete con le altre realtà presenti.