«Davanti alle sfide poste ai giovani in cerca di un impiego, ci sono due ostacoli, il primo è il basso costo della manodopera, il secondo è l’uso delle macchine che gradualmente sostituiranno l’uomo» ha spiegato il professor Leonardo Becchetti, Economista dell’Università Tor Vergata di Roma durante il suo intervento alla seconda giornata del convegno “Chiesa e lavoro”. L’industria 4.0 sta cambiando il modo di produrre – ha proseguito Becchetti – è in atto una vera rivoluzione, ma non dobbiamo considerarla una condanna alla fine del lavoro». «Il Sud ha l’oro, il Sud è il petrolio», ha aggiunto, insistendo sulle enormi potenzialità di cui dispone il Meridione, soprattutto per l’industria turistica e culturale. I giovani laureati hanno una probabilità più alta del 15-20% di trovare lavoro rispetto a chi non lo è, ha ricordato infine l’economista.
S.E. Mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha invece ricordato l’importante rapporto che deve esistere tra chiesa e politica, tra religiosi e amministratori, coi quali deve essere chiaro il rispetto dei ruoli e delle competenze ed il loro riconoscimento reciproco. «Esiste una distanza tra le domande per vivere poste dai giovani e le risposte concrete che dovrebbero essere date loro. Spesso le risposte della politica sono pasticciate e solo apparenti. Quando un amministrazione non risponde, sta tradendo tali domande», in questo modo Mons. Galantino ha esortato la Chiesa e la politica ad impegnarsi concretamente a favore dei giovani. «Non è ricoprendo di benedizioni un fratello che rispondiamo alle sue esigenze», ha poi affermato, ricordando l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium con cui papa Francesco invita ad interfacciarsi con la realtà. «Troppi diaconi delle idee e pochi diaconi della realtà. La Chiesa deve uscire dalla retorica e dai luoghi comuni», ha dichiarato. Inoltre per Galantino, i problemi del Sud nascono dal aver chiamato favori i diritti. L’alternativa passa attraverso una consapevole assunzione di responsabilità.
Sono intervenuti anche i presidenti delle Conferenze Episcopali delle Regioni Ecclesiastiche del Sud: «Il tempo per i giovani potrebbe cambiare, i giovani sono come le rondini, aspettano la primavera» ha detto S.E. Mons. Vincenzo Bertolone. I presidenti hanno anche presentato alcuni progetti concreti chiedendo alle regioni e al Governo il sostegno necessario per la loro realizzazione. Tra questi ricordiamo quelli della Campania che riguardano l’affidamento di alcuni beni culturali o di appezzamenti di terre incolte.
Ha partecipato al dibattito anche il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, per il quale resta fondamentale, per riscattare l’economia del Meridione, la lotta per la legalità: «Quando non hai il pane, puoi fare tutto gli appelli che vuoi, poi qualcuno per andare avanti, prenderà i soldi da chi glieli offre, molto spesso la criminalità organizzata». Secondo De Luca nel Mezzogiorno vanno dimenticati i vecchi vizi, e andrebbe realizzata una trasformazione delle coscienze: «In Italia abbiamo debito pubblico pari al 133%, che ci obbliga a fare i conti con la realtà. Per questo noi meridionali, dobbiamo imparare il rigore spartano, ma soprattutto liberarci dei vizi della “lamentosità” e “pulcinellismo”». Per impedire che le giovani generazioni lascino le regioni meridionali, De Luca ha riproposto il Piano per il lavoro, che permetterebbe l’inserimento lavorativo di 200mila giovani laureati. Un reddito iniziale di 900 euro al mese, poi da aumentare gradualmente, questa la strategia per impedire la desertificazione delle regioni meridionali. Ha anche auspicato un turn over nella pubblica amministrazione. De Luca ha poi espresso il suo parere sulla norma dell’abuso atti d’ufficio, che servirebbe solo per ampliare la piaga delle tangenti.
Il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, ha ricordato l’impegno del governo a favore dello sviluppo del Meridione, dimostrato dalla stipula dei Patti per il Sud, «un nuovo modo di impostare le politiche economiche per il Mezzogiorno», come ha affermato lo stesso ministro. «I Patti sono un modo per ritrovare il gusto del fare, e per disegnare il quadro di decisioni non più calate dall’alto – ha proseguito – ora le comunità locali presentano al governo i bisogni reali dei cittadini, e insieme, noi e loro, mettiamo le risorse e gli strumenti per uscire dalle difficoltà amministrative». «Il problema chiave del nostro paese e per il Mezzogiorno è il lavoro – ha infine sottolineato De Vincenti – non è solo necessario sostenere chi un lavoro non ce l’ha, ma costruire vere occasioni di lavoro e rimettere in marcia l’economia del Mezzogiorno».
A conclusione della giornata è intervenuta il Commissario europeo per la Politica regionale Corina Cretu: «La situazione dei giovani è una delle grandi sfide del nostro tempo. Noi abbiamo avuto l’opportunità per crescere come persone, molti giovani non hanno ancora avuto questa occasione. La solidarietà rimane centrale nel piano di sviluppo europeo. La Commissione sarà con voi per offrire un futuro ai giovani d’Italia. C’è ragione di essere ottimisti».
Il Messaggio dalle Chiese del Sud ai giovani, preparato dai vescovi, ha chiuso i due giorni di convegno: «Non vi perderemo di vista e vi affiancheremo nel vostro cammino, è stato l’appello finale dei pastori».